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martedì 26 novembre 2013

Recensione a: Stefano Cazzato “Di cosa parliamo quando parliamo di filosofia. Il punto di vista di cinquanta pensatori”, Giuliano Ladolfi Editore, giugno 2013.


di Viviana Meschesi
Che cos’è la filosofia? Di cosa parliamo quando parliamo di filosofia? Queste le domande su cui Stefano Cazzato in questo libro costruisce il movimento  che egli  definisce “dall’ontologia all’antologia”,  tentativo  realizzato sulle e nelle parole di cinquanta pensatori , le quali tradiscono quell’interrogarsi della filosofia su se stessa . Se, come ci ricorda Cazzato, Deleuze e Guattari nel 1991 pubblicavano Che cos’è la filosofia? , inaugurando un dibattito sulla presunta fine della filosofia, è altrettanto vero che questa domanda si è sempre posta nel fare filosofia, e questa breve antologia  si pone l’obiettivo di indicare i luoghi di tale questione. L’obiettivo esplicito è quello di fornire ad un pubblico variegato gli strumenti per avvicinarsi alla valutazione “meta filosofica”  da parte di una pluralità di punti di vista, offerta da quei filosofi che con la loro riflessione hanno arricchito il Novecento e la contemporaneità. I criteri di selezione dei testi scelti da Cazzato, ovvero “la leggibilità e la brevità” offrono inoltre anche al lettore non specialista la possibilità di proseguire in autonomia l’approfondimento delle tematiche trattate, laddove l’orientamento garantito dall’autore attraverso una breve biografia e da un altrettanto densa analisi testuale per ogni autore trattato è davvero solo un trampolino di lancio. Al centro del presente lavoro, come ribadisce l’autore nell’Introduzione  non vi è “la ricerca di un canone o di un fine della filosofia, ma la presentazione di uno spettro abbastanza vario di operazioni e di ipotesi filosofiche”. La domanda implicita a cui Cazzato sembra voler tentare di rispondere è quella che ha  a che fare con l’identità della filosofia e che si pone come nodo problematico nella prassi didattica contemporanea, in ciò amplificando, nella sua declinazione eminentemente funzionale e pratica, una delle impasse della filosofia. All’assenza di una risposta univoca fa da controcanto non un indebolimento del pensiero ma al contrario la sua più grande potenzialità, quella cioè di sapersi trasformare in costellazione dialogica, fatta di confronti ed aperture. Questo lavoro si candida ad essere un ottimo strumento per il docente che voglia accompagnare lo studente nel Novecento, ma anche per coloro i quali, specialisti e non, vogliano cogliere degli spunti da approfondire. Questo perché questo lavoro sottolinea la narrabilità della filosofia che si declina “antologicamente”, per così dire, in un ordine alfabetico che si oppone ad ogni possibile forma di gerarchizzazione e che apra al lettore la dimensione della longevità della filosofia. Autori come Adorno, Arendt, Benjamin, Husserl, Heidegger, Popper, Ricoeur, Russel, Carnap ma anche Berlin, Garaudy, Levinas, Rosenzweig e Zambrano , solo per citarne alcuni, contribuiscono a colorare questo caleidoscopio filosofico in cui il filo conduttore rimane quella che è la base più profonda dell’interrogazione filosofica,  attraverso un movimento continuamente trasgressivo dei confini posti dalla disciplina stessa.